Elementi della patologia di SLA e demenza FT rivelati da un modello in silico

 

 

DIANE RICHMOND & GIOVANNI ROSSI

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XV – 03 marzo 2018.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Due elementi relativi alla proteina TDP-43 (TAR DNA-binding protein 43), che caratterizzano la patologia della sclerosi laterale amiotrofica (SLA) e della demenza (degenerazione) fronto-temporale (DFT), costituendo espressioni dirette della patogenesi del danno, sono l’accumulo di questa molecola polipeptidica nel citoplasma e la sua scomparsa dal nucleo. TDP-43 è una proteina essenzialmente nucleare che tende ad un’aggregazione immediata secondo un processo dipendente dalla concentrazione. Per tale ragione, le cellule devono rigorosamente mantenere la giusta quantità di TDP-43 nucleare. In un importante meccanismo di mantenimento, TDP-43 si lega al suo pre-mRNA promuovendo lo splicing alternativo, che risulta nella degradazione dell’mRNA, via decadimento mediato da “nonsense” dell’mRNA. Il livello di TDP-43 nucleare è strettamente regolato da questi meccanismi, che controllano la quantità di messaggero che può essere tradotta.

Sugai e colleghi, basandosi sui risultati di precedenti esperimenti, hanno realizzato un modello in silico che simula le dinamiche intracellulari di TDP-43, e hanno esaminato il metabolismo di TDP-43 in varie condizioni.

 (Sugai A., et al., Robustness and Vulnerability of the Autoregulatory System That Maintains Nuclear TDP-43 Levels: A Trade-off Hypothesis for ALS Pathology Based on in Silico Data. Frontiers in Neuroscience – Epub ahead of print doi: 10.3389/fnins.2018.00028. eCollection, 2018).

La provenienza degli autori è la seguente: Department of Neurology, Clinical Neuroscience Branch, Brain Research Institute, Niigata University, Niigata (Giappone); Department of System Pathology for Neurological Disorders, Brain Research Institute, Niigata University, Niigata (Giappone); Department of Molecular Neuroscience, Resource Branch for Brain Disease Research, Brain Research Institute, Niigata University, Niigata (Giappone); Division of Legal Medicine, Graduate School of Medicine and Dental Science, Niigata University, Niigata (Giappone).

Quando TDP-43 e FUS, ossia due geni che codificano proteine che si legano all’RNA, furono associati alla SLA, si ipotizzò per la prima volta che alterazioni del metabolismo dell’RNA potessero avere un ruolo nella patogenesi della SLA. In breve, sono state identificate mutazioni missesnse in circa il 3% delle forme familiari esaminate; ma, cosa ancora più significativa, sono state individuate mutazioni in TARDBP in circa l’1% dei casi non familiari della malattia. La maggior parte delle mutazioni sono raccolte presso le regioni altamente conservate che codificano l’estremità C-terminale. Già dodici anni fa il ruolo di TDP-43 era stato studiato nelle analisi patologiche delle malattie neurodegenerative, quale componente degli aggregati di proteine ubiquitinate nei casi di SLA e degenerazione lobare fronto-temporale con inclusioni ubiquitinate (FTDL-U)[1]. In entrambe le malattie, TDP-43 è eliminato dal nucleo e accumulato nelle inclusioni ubiquitinate dei neuroni affetti, per questo da anni si è ritenuto che un ruolo patogenetico nelle due patologie potesse averlo la perdita della funzione nucleare della proteina e/o la sua acquisizione di tossicità negli aggregati, mancando però l’identificazione del meccanismo molecolare.

Al fine di scoprire i meccanismi patologici legati a TDP-43 sono stati impiegati numerosi sistemi-modello. L’iper-espressione della proteina umana induceva la formazione di inclusioni che si sono rivelate tossiche per i lieviti; in c. elegans causava movimenti scoordinati e formazione di sinapsi aberranti nei motoneuroni; in Drosophila alterava la morfologia dei motoneuroni e ne riduceva il numero. L’iper-espressione nei roditori, sia del tipo umano naturale sia di mutanti di TDP-43 associati alla SLA (A315T, M337V), causava alterazioni delle funzioni motorie e riduzione della durata della vita, ma raramente si trovavano le inclusioni ubiquitinate tipiche della patologia umana[2]. Questi esperimenti, insieme con molte altre prove in sistemi-modello della tossicità della proteina normale, hanno complicato la ricerca sui possibili meccanismi patologici delle forme mutanti di TDP-43 associate alla patologia umana.

Per comprendere la funzione cellulare, e più in generale fisiologica di TDP-43, sono state adoperate le classiche strategie knockout e knockdown. I topi constitutive knockout per TDP-43 hanno consentito di scoprire che questa proteina è fondamentale per l’embriogenesi iniziale[3]. Gli studi RNAi knockdown hanno rivelato l’istoneacetilasi 6 quale bersaglio di TDP-43 (Fiesel, et al., 2010)[4]. Altri studi hanno dimostrato che TDP-43 è necessaria per il deposito del grasso negli adipociti. Un modello cellulare knockout ha consentito di individuare un set di geni a valle regolati da TDP-43[5]. Il trascrittoma TDP-43-dipendente ha rivelato un gene, Tbc1d1, altamente espresso nel muscolo scheletrico, importante per la regolazione della snellezza del corpo ed associato all’obesità umana[6].

Infine, sulla base di osservazioni recenti che hanno accresciuto di molto il numero dei casi registrati di SLA non familiare con inclusioni contenenti TDP-43 ubiquitinata, si ritiene possibile che modificatori genetici di TDP-43 possano accrescere il rischio di sviluppare SLA per altre cause o concause.

Torniamo ora alla sperimentazione condotta da Sugai e colleghi. Con il loro modello in silico i ricercatori hanno realizzato una sperimentazione che ha consentito loro la scoperta di un meccanismo di scambio intrinseco nel processo che abbiamo descritto nella parte introduttiva. Lo scambio, o trade-off, avviene tra la ridondanza trascrizionale, che mantiene la consistenza del metabolismo di TDP-43, e la vulnerabilità a specifici fattori interferenti. Questi fattori includono tre importanti alterazioni legate al gene che causa le forme familiari di SLA e DFT:

1) la tendenza di TDP-43 ad aggregarsi;

2) la compromissione del trasporto di TDP-43 dal nucleo al citoplasma;

3) la ridotta efficienza nel processo di degradazione di proteine anomale. Quando tali condizioni persistono ad una certa intensità, la vulnerabilità dell’apparato di autoregolazione diventa evidente, nel tempo, e la ridondanza trascrizionale entra in un circolo vizioso che alla fine determina la patologia da TDP-43.

I risultati ottenuti adoperando il modello in silico realizzato da Sugai e colleghi hanno rivelato la differenza nel metabolismo di TDP-43 tra la condizione fisiologica e lo stato patologico legato alle malattie neurodegenerative. Inoltre, impiegando questo modello, i ricercatori hanno simulato l’effetto di una diminuita trascrizione di TDP-43, ed hanno trovato che questo decremento era in grado di determinare dei miglioramenti nella patologia legata alla proteina nucleare e causava anche una soppressione della propagazione di TDP-43.

Sulla base di queste evidenze sperimentali, gli autori dello studio propongono per i pazienti affetti da SLA caratterizzata da patologia da TDP-43, una strategia terapeutica basata sulla soppressione della ridondanza trascrizionale, che sembra essere la forza motrice del processo patologico causato dai fattori specifici precedentemente considerati. Al riguardo, Sugai e colleghi suggeriscono che dovrebbe essere generato un modello animale esibente la patologia TDP-43 senza iper-espressione esogena della proteina, per poter indagare gli effetti prodotti dall’alleviare la ridondanza trascrizionale di TARDBP.

 

Gli autori della nota ringraziano la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invitano alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Diane Richmond & Giovanni Rossi

BM&L-03 marzo 2018

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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[1] Neumann M., et al. Ubiquitinated TDP-43 in fronto-temporal lobar degeneration and amyotrophic lateral sclerosis. Science 314, 130-133, 2006.

[2] Wegorzewska I., et al. TDP-43 mutant transgenic mice develop features of ALS and frontotemporal lobar degeneration. PNAS USA 106, 18809-18814, 2009; Zhou H., et al. Transgenic rat model of neurodegeneration caused by mutation in the TDP gene. PLoS Genetics 6, e1000887, 2010.

[3] Kraemer b. C., et al. Loss of murine TDP-43 disrupts motor function and plays an essential role in embryogenesis. Acta Neuropathologica 119, 409-419, 2010.

[4] Cit. in Wong P. C., et al. Motor Neuron Diseases, in Basic Neurochemistry (Brady, Siegel, Albers, Price) VIII edition, pp.801-814, Elsevier AP, 2012.

 

[5] Wong P. C., et al. Motor Neuron Diseases, op. cit.

[6] Si ritiene che la riduzione di Tbc1d1 nel muscolo scheletrico sia responsabile di un accresciuto metabolismo dei grassi e della magrezza osservata nei topi TDP-43 knockout. L’ipermetabolismo osservato in vari casi di SLA è da alcuni considerato un fattore di rischio per lo sviluppo della malattia.